Il bilancio delle verifiche dell’Autorità sugli incentivi Cip 6 alle fonti rinnovabili e assimilate
91 milioni di euro di incentivi indebitamente percepiti da restituire nelle bollette dei consumatori. E’ questo il risultato dei controlli che l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha effettuato nel biennio 2006-2007 sugli operatori attivi nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate. Dei 91 milioni di euro, 27 sono stati già restituiti, per gli altri sono in corso le operazioni di recupero. Le violazioni accertate sono il frutto delle quasi 100 ispezioni effettuate dall’Autorità, in collaborazione con la Cassa conguaglio per il settore elettrico (CCSE), sugli impianti che usufruiscono degli incentivi “Cip 6” per la produzione da fonti rinnovabili, assimilate e da cogenerazione. Il programma di ispezioni proseguirà per tutto il 2008 e prevede di arrivare ad un totale di circa 150 verifiche.
Sul totale dei 91 milioni di euro, 59 circa sono relativi ad importi indebitamente percepiti da impianti “assimilati” e 32 relativi all’obbligo di acquisto dei ‘certificati verdi’, per impianti che non rispettavano le norme della cogenerazione.
Nel dettaglio, gli accertamenti finora conclusi hanno coinvolto 97 impianti, per una potenza installata complessiva di circa 6,900 MW, di cui il 54% circa costituita da produzione da fonti assimilate. Questa attività ha consentito di incassare subito, con conseguente alleggerimento del Conto per nuovi impianti da fonti rinnovabili e assimilate (componente A3 della bolletta), circa 27 milioni di euro, relativi ad incentivazioni indebitamente percepite da impianti “assimilati” nell’ambito del provvedimento Cip n. 6/92. I recuperi sono destinati a produrre effetti anche con riferimento alle produzioni dei prossimi anni, contribuendo a ridurre per il futuro il fabbisogno del conto A3.
Oltre ai recuperi amministrativi, la campagna di ispezioni ha innescato un circolo virtuoso, spingendo gli operatori a svolgere verifiche interne ed a rispettare le norme.
Il provvedimento Cip 6 e le ispezioni dell’Autorità
Il provvedimento Cip n. 6/92 continua a rappresentare il più rilevante sistema di incentivazione delle fonti rinnovabili e cosiddette assimilate, sia in termini di quantità di energia ritirata dalla rete pubblica (50 TWh, di cui circa l’80% prodotta da impianti alimentati da fonti assimilate alle rinnovabili, che includono i combustibili fossili commerciali), sia in termini di oneri posti a carico del sistema pubblico. Detti oneri ammontano infatti a circa 3.600 milioni di euro all’anno e costituiscono il più rilevante dei cosiddetti oneri generali del sistema elettrico (oneri parafiscali), posti a carico dei clienti finali del servizio elettrico attraverso la componente A3 della tariffa elettrica, che incide per circa l’8% della tariffa media nazionale prima delle imposte. Il provvedimento Cip n. 6/92 esaurirà i suoi effetti solo nel 2020, con un onere complessivo previsto tra 20 e 25 miliardi di euro.
In considerazione della rilevanza economica degli oneri posti a carico del sistema elettrico dal provvedimento Cip 6, l’Autorità, sin dal 2004, ha deciso di intensificare ed estendere le verifiche ed i sopralluoghi sugli impianti di produzione incentivati, avvalendosi della Cassa conguaglio per il settore elettrico. La CCSE ha quindi costituito un Comitato di esperti che ha emanato un Regolamento per l’effettuazione delle verifiche e dei sopralluoghi ed ha proceduto alla selezione, tramite bandi, di un pool di esperti verificatori provenienti dal mondo universitario e dall’industria.
Il programma di verifiche ispettive sugli impianti di produzione incentivati, per accertare la sussistenza dei presupposti secondo i quali gli impianti hanno usufruito di incentivazioni, prevedeva un obiettivo triennale di 150 impianti da verificare, tramite sopralluogo, di cui la terza annualità (2008), recentemente approvata dal Comitato di gestione della CCSE, riguarderà 50 impianti per oltre 3.200 MW.