Ammonta a circa 1,3 milioni di euro l’imponibile nascosto al fisco scoperto dall’ufficio delle Entrate di Novi Ligure (AL) nell’ambito dell'”Operazione mattone”. I controlli su alcune aziende del settore immobiliare hanno, inoltre, consentito di recuperare circa 650mila euro fra maggiori imposte e sanzioni.
Le indagini nel novese hanno confermato che il comparto edilizio è da considerare “a rischio”: le imprese controllate hanno nella maggior parte dei casi dichiarato un prezzo di vendita degli immobili nettamente inferiore a quanto realmente incassato.
Le verifiche sono partite da anomalie rilevate nei bilanci delle aziende: ad esempio, utili d’impresa estremamente esigui, addirittura insufficienti a garantire la semplice retribuzione dei muratori dipendenti, oppure la vendita di alcune villette a schiera, uguali fra loro, a prezzi notevolmente diversi.
L’evasione non riguarda solo i rivenditori finali, bensì l’intera “filiera” produttiva. Infatti, dai controlli contabili delle imprese sono emersi costi fatturati dai vari prestatori d’opera (ad esempio idraulici, piastrellisti, intonachisti) decisamente bassi rispetto al lavoro svolto nei diversi complessi immobiliari. Si tratta di un vero e proprio “effetto distorsivo a catena”: chi costruisce un immobile non documenta i costi effettivamente sostenuti poiché gli artigiani di cui si serve hanno preteso che parte dei compensi venissero corrisposti “in nero”.