Rafforzare il ruolo dei Comuni nella gestione dei rifiuti. Questo il messaggio lanciato dall’ANCI nel corso dell’audizione alla Commissione Bicamerale di inchiesta sul ciclo di rifiuti e le attività illecite ad esso connesse. Erano presenti per l’ANCI il Delegato alle Politiche ambientali Filippo Bernocchi, il Consigliere nazionale ANCI Nicola Nascosti, il Direttore del Servizio Gestione Rifiuti del Comune di Roma Paolo Giacomelli, il Responsabile del Dipartimento Territorio, Ambiente, Protezione civile ANCI Antonio Ragonesi e il collaboratore del Dipartimento Laura Albani.
La posizione dell’ANCI è contenuta in un documento sulla gestione dei rifiuti di imballaggio che è stato approvato all’unanimità dal Consiglio Nazionale ANCI e presentato in audizione.
In sintesi, tra le priorità indicate per la sostenibilità ambientale, i Comuni evidenziano la necessità di garantire un efficace raccordo tra i diversi attori della filiera, i cittadini che con le loro scelte di consumo influenzano la produzione dei rifiuti differenziandoli tra quelli da avviare a raccolta differenziata e al recupero e riciclo, e le aziende di gestione dei rifiuti e l’industria del riciclo e del recupero. I Comuni rappresentano “l’anello di congiunzione fra collettività e industria”, e secondo l’ANCI il loro ruolo “andrebbe rafforzato, considerato il rapporto di interlocuzione diretto e privilegiato con le comunità territoriali e i cittadini e la loro capacità di mantenere in equilibrio il territorio”.
“La riforma normativa in campo ambientale, il D.Lgs. 152/06 non valorizza, ma anzi svilisce il ruolo dei Comuni nella gestione dei rifiuti – ha denunciato Bernocchi nel suo intervento in audizione – e questo va a svantaggio della comunità. Il provvedimento – ha aggiunto – prevede per i Comuni la perdita della titolarità e della competenza gestionale dei rifiuti, che è trasferita all’ATO, senza un chiaro indirizzo sul ruolo dei Comuni”. La proposta formulata dall’ANCI e contenuta nel documento consegnato ieri in audizione, suggerisce che gli ambiti definiti a livello regionale o provinciale siano gestiti attraverso forme di associazionismo fra i Comuni, piuttosto che creando nuovi enti giuridici che rischierebbero di appesantire l’amministrazione e i costi del sistema”. L’Associazione dei Comuni chiede quindi che la questione sia discussa nel prossimo decreto correttivo del 152/06.
Su questo tema l’ANCI ha in programma un seminario di approfondimento per valutare le opportunità e i limiti sulla gestione ATO. La Commissione Bicamerale ha già dimostrato l’interesse e la disponibilità a partecipare ai lavori.
Un altro allarme che è stato lanciato ieri in audizione quello relativo alla questione dei rifiuti nel Mezzogiorno d’Italia, noto come “una vera e propria emergenza”. Secondo l’ANCI per superare la fase emergenziale “non sono utili commissariamenti se non legati a un Piano Nazionale di sviluppo industriale per le attività di recupero e riciclo a partire dalla presenza delle piattaforme per la valorizzazione degli imballaggi collegati agli impianti di riutilizzo”.