Con l’operazione su Endesa, l’azienda sancisce il primato della più grande acquisizione mai fatta da un gruppo italiano all’estero: 100mila megawatt di potenza installata in tutto il mondo e un mix di produzione equilibrato. «Finalmente siamo una multinazionale energetica – ha commentato l’AD, Fulvio Conti – una buona notizia per gli azionisti»
Enel e Acciona chiudono la partita spagnola: ora possiedono il 92,06% di Endesa. Con l’Opa che si è chiusa lunedì scorso hanno acquisito, infatti, il 46,05% del capitale del gruppo elettrico spagnolo, che si è aggiunto al 46,01% che già possedevano: lo ha comunicato venerdì la Cnmv, la Consob spagnola. Acciona salirà così dall’attuale 21,3% al 25,1%, mentre Enel passerà al 67,05%, secondo gli accordi presi nella primavera scorsa. Per arrivare a questa quota, Enel ha investito circa 28 miliardi di euro: si tratta della più importante acquisizione italiana mai realizzata all’estero.
«Finalmente siamo una multinazionale energetica – ha commentato l’AD, Fulvio Conti – una buona notizia per gli azionisti». Il nuovo gruppo, infatti, ha una capacità produttiva di circa 100mila megawatt soprattutto in Europa e America Latina, con quasi 60 milioni di clienti in venti Paesi, di cui 11,2 milioni in America Latina (tra cui Cile, Perù, Colombia, Brasile e Argentina) e 12 nella Penisola iberica.
La nuova Enel, inoltre, può vantare un mix di produzione equilibrato: 37% di energie rinnovabili, seguite da un 26% di termoelettrico tradizionale (olio combustibile e gas), da un 24% di nucleare e carbone e da un 13% di cicli combinati a gas.
Ora restano due importanti mosse da fare: la cessione degli asset a E.On, che ridurrà di circa 10 miliardi di euro l’esposizione finanziaria di Enel, e la creazione, con Acciona, di una newco per il controllo di Endesa. Sia nella newco, sia in Endesa, la composizione del Cda sarà paritetica. Ogni decisione strategica andrà quindi presa in accordo tra i due soci.