Le problematiche energetiche e ambientali hanno bisogno di soluzioni globali. L’AD Fulvio Conti, il Professor Robert N. Stavins (nella foto) e il Ministro Emma Bonino hanno affrontato il tema del cambiamento climatico, nel corso del dibattito “Economy, Policy and Environment: a Global Perspective on Climate Change”, tenutosi il 24 settembre al Centro Congressi Enel di Roma
Le problematiche energetiche e ambientali globali hanno bisogno di soluzioni altrettanto globali. È il filo conduttore del dibattito che si è tenuto il 24 settembre, dal titolo “Economy, Policy and Environment: a Global Perspective on Climate Change”.
Insieme all’AD Enel, Fulvio Conti, hanno affrontato il tema del cambiamento climatico e del Protocollo di Kyoto il Professor Robert N. Stavins dell’Università di Harvard e il Ministro per il Commercio Internazionale e per le Politiche Europee, Emma Bonino.
Un problema fondamentale che bisogna affrontare, ha detto Conti, è quello dell’enorme crescita della domanda energetica negli anni a venire, che non potrà essere interamente coperta dalle rinnovabili. In Italia, ad esempio, per soddisfare l’aumento della domanda al 2012, che si può ipotizzare sarà di 30 TWh, se si dovesse ricorrere esclusivamente alle rinnovabili bisognerebbe triplicare le turbine eoliche esistenti, disporre di un milione di ettari (un decimo dell’intero territorio italiano) di biomasse e 2000 ettari coperti con pannelli fotovoltaici, con costi extra per incentivi pari a 3 miliardi di euro. Pertanto, è sicuramente necessario sviluppare le rinnovabili, ma accompagnando tale sviluppo con un maggiore impiego del carbone pulito, la costruzione di rigassificatori e rivedendo la rinuncia al nucleare, che non ci ha dato “alcun vantaggio, ma solo svantaggi”, ha affermato Conti, aggiungendo che “il 20% dell’energia elettrica che consumiamo è energia nucleare, solo che la importiamo dalla Francia”, ha puntualizzato l’AD Enel. Si sta quindi trasferendo ricchezza in quel paese, mentre la tecnologia italiana era la più avanzata al mondo. In definitiva, ha concluso Conti, “siamo un paese nucleare, senza avere energia nucleare”.
Il problema dell’enorme aumento della domanda energetica comporta l’altra questione essenziale del controllo delle emissioni di CO2. A tale proposito Conti ha ribadito che occorre investire nella ricerca di nuove tecnologie come la cattura e il sequestro della CO2, che ci permetteranno di utilizzare i combustibili meno costosi e più largamente disponibili. “Enel sta lavorando per questo”, ha affermato, ricordando gli investimenti di Enel nello sviluppo delle rinnovabili e nella ricerca tecnologica, strumenti per raggiungere l’ambizioso obiettivo delle ‘zero emissioni’.
Nel suo intervento, Robert Stavins ha illustrato la politica ambientale americana e la posizione degli Stati Uniti rispetto al Protocollo di Kyoto, criticato dall’Amministrazione Bush soprattutto perché taglierebbe fuori i Paesi in via di sviluppo, dando traguardi troppo ambiziosi per essere raggiunti a breve termine. Questi Paesi “devono salire sul treno dell’economia mondiale e pagare il biglietto”, ha affermato. Quindi maggior realismo nel prefiggersi delle mete, obiettivi a lungo termine stabili e flessibili, per rispondere alle realtà oggettive degli sviluppi mondiali. In accordo con Conti, Stavins ha ribadito il ruolo fondamentale della ricerca tecnologica, indispensabile per poter abbassare i costi e produrre benefici a lungo termine.
Il ministro Bonino ha infine evidenziando la necessità di prendere atto che, in base alle proiezioni, la situazione energetico-ambientale non sarà presto più sostenibile. “Il Protocollo di Kyoto rappresenta un punto di partenza, criticabile e migliorabile, che mette davanti però al fatto che non si può più evitare di affrontare il problema dell’inquinamento globale”. Questione alla quale il governo italiano cerca di rispondere con un primo ‘position paper’ presentato alla Commissione europea a valle della decisione dell’Unione europea di raggiungere l’obiettivo “20-20-20 al 2020”: ovvero “l’impegno a ricavare il 20% di energia da fonte rinnovabile, a ridurre del 20% le emissioni di gas serra e, infine, attuare il 20% di risparmio energetico entro il 2020 che, per un Paese come il nostro, è indubbiamente il punto centrale”. Anche perché, ha sottolineato il ministro, ben difficilmente l’Italia potrà ricavare più il 20% della sua energia da fonti rinnovabili: il traguardo potrebbe essere raggiunto solo se l’Europa acconsentirà a calcolare nel totale anche investimenti in rinnovabili all’estero, per esempio in altri paesi del bacino del Mediterraneo. Clima, energia e innovazione: un trinomio inscindibile, dunque, in cui anche per Emma Bonino la ricerca riveste un ruolo basilare. L’Italia non deve assolutamente restare fuori da questa fase, impegnandosi nello sviluppo delle fonti rinnovabili, nella cattura e sequestro di CO2 o nella ricerca sul nucleare.
Fonte: Enel.it