La Confedilizia ha impugnato avanti il Tar Lazio il Decreto Presidente Consiglio dei Ministri sul decentramento del Catasto ai Comuni. Il ricorso è stato notificato alla Presidenza del Consiglio, al Ministero dell’economia e delle finanze e all’Agenzia del territorio. L’impugnativa si impernia sull’attribuzione ai Comuni (contenuta nella terza delle tre opzioni che gli stessi possono scegliere) della possibilità di determinare l’estimo di singoli immobili in via definitiva, così sottraendo ogni sindacato in merito all’Agenzia del territorio.
Secondo la Confedilizia, questa attribuzione diretta in materia di estimi ai Comuni (confermata alla Confedilizia dal Ministero affari regionali – lettera 11.4.2007) contrasta con l’art. 1, comma 197, della Finanziaria per il 2007, che prevedeva che i Comuni “partecipassero” solamente alla determinazione degli estimi (e quindi delle imposte), essendo la decisione finale riservata allo Stato e per esso all’Agenzia del territorio.
L’annuncio è stato dato dalla Confedilizia nel corso di una conferenza stampa alla quale, oltre al Presidente confederale, hanno partecipato il prof. Vittorio Angiolini e l’avv. Paolo Panariti.
Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato:
“Siamo stati costretti al ricorso, anche per l’imperativo morale nei confronti di condòmini, proprietari di casa e proprietà immobiliare in genere che ci impegna a difendere gli interessi dei risparmiatori dell’edilizia ma anche i valori di cui essi sono portatori.
In tutti questi mesi, la Presidenza del Consiglio e il Ministero dell’economia non hanno mai accettato alcun minimo confronto – pur ripetutamente richiesto – sul trasferimento del Catasto ai Comuni. Approvato il Dpcm in materia, neppure si è riusciti a chiarire in linea diretta quali esatti poteri esso attribuisca ai Comuni. Abbiamo anche semplicemente proposto di modificare il decreto trasferendovi quanto il Ministero degli affari regionali – per rassicurarci – aveva scritto a noi. Ma anche questa prova di buona volontà della Confedilizia è stata frustrata e la proposta non è stata presa in concreta considerazione. Ora, sarà la giustizia amministrativa a stabilire se il Dpcm contrasti o no con la legge finanziaria (che a nostro avviso non prevede quell’esproprio dei poteri dello Stato in materia che si è invece fatto con il Dpcm), con tutti i risvolti costituzionali – anche – del caso, giacché i Comuni fisserebbero le basi imponibili non solo dell’Ici, e cioè di un proprio tributo (con l’enorme conflitto di interessi che ne deriva), ma anche – addirittura – delle imposte dello Stato (ciò che è aberrante ed inaccettabile prima ancora che – ad avviso dell’Ufficio legale della Confedilizia – clamorosamente illegittimo)”.
Fonte: Confedilizia.it