“Un programma che ci salvi dal rischio di razionare l’energia”. È l’auspicio di Fulvio Conti intervistato da “Il Messaggero”. Per l’AD Enel bisogna intervenire sull’approvvigionamento del gas, sviluppando infrastrutture e bilanciando il mix dei combustibili con più rinnovabili e tecnologie d’avanguardia del carbone.
L’energia scarsa e costosa preoccupa il mondo intero. E infatti nei giornali si susseguono interventi e dibattiti su energia e ambiente. Tra questi, l’intervista pubblicata dal quotidiano Il Messaggero all’AD Enel, Fulvio Conti, che documenta in modo puntuale la gravità della situazione. Una preoccupazione condivisa dal ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani. E dal presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, Alessandro Ortis, che a fine luglio scorso aveva lanciato l’allarme. Nella sua relazione al Parlamento aveva infatti sottolineato il rischio di razionamenti di energia per quest’inverno, in presenza di consumi crescenti e in assenza di nuove infrastrutture.
L’inverno scorso, particolarmente mite, in Italia il consumo medio di gas è stato di circa 430 milioni di metri cubi al giorno. Dall’import possiamo prendere 230 milioni; altri 20 milioni vengono dalla produzione nazionale. Abbiamo bisogno di prelevare dagli stoccaggi 160 milioni di metri cubi. “Ma se si riducono le riserve da 8 a 7,5 miliardi di metri cubi, rischiamo di non farcela”, avverte Conti, precisando che comunque “il discorso è molto più ampio” perché riguarda soprattutto il mix energetico totalmente sbilanciato dell’Italia. Il nostro, infatti, è il solo Paese d’Europa dove si registra “una tendenza così elevata da un’unica fonte primaria”, il gas, che genera il 60% dell’elettricità consumata.
Oltretutto il nostro Paese, che ha più bisogno di rigassificatori, è quello dove se ne costruiscono di meno. “Faccio notare che in Spagna dal 2003 ne stanno costruendo 5, 2 sono in corso di realizzazione in Francia, altrettanti in Inghilterra”, mentre da noi c’è “una sorta di accanimento tecnico-burocratico che finisce per allungare i tempi”, osserva Conti. Di conseguenza si devono attuare pratiche antieconomiche, e l’AD cita l’esempio per cui “siamo costretti a rigassificare 4,5 miliardi di metri cubi di gas nigeriano a Montoir in Francia e poi a reimportarlo in Italia con un costo aggiuntivo di quasi 150 milioni l’anno per la bolletta energetica italiana”.
Anche sul fronte del carbone usato in modo pulito, indispensabile per la produzione di base di un Paese che esclude il nucleare, l’Italia presenta delle peculiarità rispetto al resto d’Europa, dove “si stanno costruendo 6 impianti da 5mila MW e altri 12 sono in fase di sviluppo”, ricorda Conti. Le nuove tecnologie applicate nelle moderne centrali a carbone, come quella di Enel in completamento a Civitavecchia, abbattono gli inquinanti locali ben al di sotto delle soglie fissate dall’Unione Europea. E per azzerare le emissioni di gas effetto serra, “nei pressi di Berlino stanno realizzando un impianto a carbone con cattura e sequestro della Co2”.
Fonte: ENEL