Con una semplice ristrutturazione, è possibile migliorare la salubirità degli ambienti.
Quando si mette mano ad una abitazione, anche per una semplice ristrutturazione, è possibile migliorare la salubirità degli ambienti , con l’obiettivo di preservare la propria salute e rispettare l’ambiente riducendo sprechi e fonti di inquinamento. Prima di passare dalla teoria alla pratica una premessa è d’obbligo: per vivere in modo sano non basta però modificare la propria abitazione, occorre anche comportarsi con coerenza rispetto alle scelte intraprese, riducendo ogni giorno grazie a semplici comportamenti i consumi ed i rifiuti, abituandosi a usare meno detersivi, a riciclare carta, cartone, plastica… I comandamenti sono solo 3 : Riduci, Riusa, Ricicla; essi ci permettono gestire quotidianamente la nostra casa in modo da costruire giorno per giorno un rapporto equilibrato tra uomo, natura e tecnologia.
Scegliere materiali e finiture il più possibile naturali
I materiali da rivestimento sono tra i prodotti più conosciuti in ambito edilizio, ma anche tra i più problematici da scegliere in quanto le loro prestazioni sono chiaramente connesse con le esigenze funzionali degli ambienti. E’ spesso l’elemento in cui si tende ad investire di più a causa della loro funzione di “rappresentanza”, in quanto vanno a definire la “qualità” visibile di un ambiente; ogni materiale infatti si esprime attraverso la sua tessitura, il suo colore ed i diversi trattamenti, comunicando l’intenzione di creare un ambiente accogliente, confortevole e curato fin nei dettagli. I materiali per la bioedilizia sono in genere quei prodotti composti per almeno l’85% in peso da risorse vergini rinnovabili; in virtù di questo essi risultano igroscopici, traspiranti e permeabili alle radiazioni naturali. Se il loro spessore è significativo, soprattutto nel caso di intonaci in argilla cruda o di rivestimenti in legno massiccio, possono risultare anche in grado di assorbire alcuni microinquinanti presenti negli ambienti interni, depurandoli parzialmente. In una epoca in cui la sostenibilità è diventato un argomento di “moda” è bene non accontentarsi però del termine ecologico sulla confezione, ma garantirsi il più possibile circa la loro qualità; molti prodotti sono garantiti con certificati emessi da enti riconosciuti e se non si è esperti è meglio affidarsi ad un bravo consulente .
In tema di intonaci l’ideale è utilizzare prodotti a base di calce naturale sia in esterni che in interni, mentre in ambienti confinati si possono utilizzare anche gli intonaci in terra cruda. Questi ultimi presentano ottime caratteristiche di regolazione del clima interno e assorbimento/abbattimento dei rumori, non richiedono tinteggiatura in virtù delle splendide tonalità naturali (esistono in commercio svariati colori) e possono essere resi impermeabili grazie a particolari trattamenti a base di cere ed oli naturali. La stessa argilla può essere applicata anche per rivestire il pavimento, dove, opportunamente battuta e trattata con finiture naturali, diventa una alternativa sana ed economica al tanto usato battuto di cemento. Questo tipo di pavimentazione ha un aspetto molto accogliente in quanto presenta colori e tonalità molto caldi, è facilmente mantenibile ed è adatto anche a situazioni di intenso calpestio. Nei pavimenti è però il legno a farla da padrone a condizione, però che vengano usate finiture naturali ( a base di olio di lino, estratti di erbe, resine naturali…) e la posa a secco che permette di evitare l’impiego di collanti nocivi. E’ infatti consigliabile realizzare sottofondi asciutti in modo da non compromettere le qualità del pavimento in legno e garantire nel contempo un migliore isolamento acustico da parte del solaio e una maggiore salubrità agli ambienti interni, in quanto si evita la presenza di sostanze a base cementizia e di collanti di ogni tipo. Il massetto degli impianti può essere sostituito da uno strato di sabbia, in cui può essere inserito anche un impianto di riscaldamento radiante, su cui si stende un foglio di carta oleata, un eventuale strato di isolante a base di sughero o di fibra di legno, uno strato di irrigidimento in fibra dura di legno ed infine il parquet. Per quest’ultimo è preferibile scegliere un prodotto di legno massello, che risulta molto più durevole in quanto è lamabile più volte in funzione del suo spessore, di provenienza italiana o europea certificata per una gestione forestale controllata (marchio FSC). La finitura superficiale deve prevedere l’impiego di prodotti naturali, quali oli o cere, che esaltano le proprietà funzionali ed estetiche di questo splendido materiale. Alternative al legno possono essere il bambù ed il sughero, anche se un po’ meno “sostenibili!.
Anche per cotto, maioliche, grès e grès porcellanato occorre fare attenzione alle sostanze usate in fase di posa: si dovrebbe ricorrere a collanti a ridotta emissione di inquinanti o meglio ancora a prodotti a base di calce e resine naturali. Rimanendo in tema pavimenti, non devono essere dimenticati quelli in gomma naturale ed in linoleum, che pochi conoscono come materiali bioecologici. Quest’ultimo, infatti, è realizzato con olio di lino, calce, resine naturali, farina di legno e di sughero, iuta e pigmenti e, oltre ad essere estremamente durevole e resistente, ha ottime caratteristiche soprattutto dal punto di vista igienico. In entrambi i casi la resa estetica è alta e si ha la possibilità di fare uso di una gamma quasi infinita di colori; per ambedue oggi è inoltre possibile la posa a secco, che permette di evitare l’impiego di collanti nocivi, in quanto sono presenti in commercio prodotti “maschiati” in doghe o piastrelle analoghi a quelli per i pavimenti in legno.
Risparmiare energia
La prima condizione per ridurre al minimo i consumi energetici è realizzare un buon isolamento da caldo e freddo. L’isolamento è la misura più efficace e più economica per ridurre il fabbisogno termico di un edificio, grazie alla quale è possibile risparmiare dal 20% al 30% dell’energia impiegata per il suo riscaldamento (o raffrescamento) e dei costi conseguenti. Questo elevato risparmio energetico fa sì che l’investimento iniziale venga recuperato in breve tempo e in questi termini si può affermare che 1 kWh risparmiato mediante l’isolamento termico vale di più di 1 kWh prodotto dalla più efficiente caldaia, in quanto la vita media dei materiali termoisolanti è molto più lunga rispetto a quella di un impianto tecnico.
Al di là di queste considerazioni, la scelta dell’isolamento è spesso un punto critico che va progettato da tecnici esperti in materia, soprattutto in caso di recupero, in quanto da essa non dipende solo il suo consumo energetico ma anche i problemi legati all’umidità e ai ponti termici che affliggono molte delle abitazioni costruite negli ultimi decenni. Queste ultime sono state progettate il più delle volte ponendo attenzione solo alla conducibilità termica e (anche se poco) allo spessore dello strato isolante, ma sono state troppo spesso tralasciate qualità quali la traspirabilità o la igroscopicità e le modalità corrette di posa in opera dei prodotti scelti in relazione anche agli altri componenti edilizi. E’ bene quindi ricorrere a prodotti naturali traspiranti come ad esempio lana di legno, fibra di legno mineralizzata, sughero, lana o canapa che regolano in maniera naturale le condizioni di umidità interna e impediscono sia l’ingresso di freddo sia la fuoriuscita di calore.
Gli elementi trasparenti sono spesso ancora più complessi da valutare, anche perché sono “strumento” di molteplici funzioni: perdere e guadagnare calore, trasmettere la luce ed eventualmente schermarla o rifletterla, ventilare, isolare acusticamente e comunicare visivamente; tutte queste caratteristiche sono variano a seconda del contesto meteorologico in cui ci si trova a progettare. Il celebre architetto austriaco Friedensreich Hundertwasser ha dichiarato “C’è chi sostiene che una casa sia fatta di muri. Io invece dico che è fatta di finestre.” Oggi, anche alla luce delle nuove normative sul risparmio energetico, si assiste ad una continua evoluzione nel tentativo di trasformare le tradizionali “fonti di dispersione termica” quali sono i serramenti in componenti isolanti che, se orientati nella maniera corretta in funzione della situazione climatica, consentono però di sfruttare in maniera passiva l’energia solare. Il minimo consigliabile è doppio vetro dotato all’interno di una pellicola isolante bassoemissiva il cui effetto isolante, nei modelli più evoluti, viene potenziato dall’inserimento di gas nobili come Argon e Kripton. Si può risparmiare anche riscaldando : se si è in una posizione ideale e l’impianto è autonomo si può disporre di pannelli solari termici che servono a preriscaldare l’acqua in ingresso alle caldaie, mentre se l’impianto è centralizzato è bene consigliare il condominio di installare un contabilizzatore di calore. In tema di generatori di calore sono da preferire le caldaie a condensazione che hanno bassi consumi e riducono al minimo le emissioni inquinanti , mentre per la distribuzione prodotto del calore è bene preferire gli impianti ad irraggiamento a quelli a convezione, sia in caso si voglia riscaldare che raffrescare un ambiente confinato, soprattutto a parete. La prima ragione è facilmente intuibile : il sole ci trasmette calore principalmente per irraggiamento, ed essendo la prima fonte di calore in natura, il corpo umano non può far altro che riconoscerlo come un “calore” sano. Questo perché il comfort termico di un individuo è influenzato soltanto per metà dalla temperatura dell’aria; ma anche dalla temperatura media radiante delle superfici, dalla velocità relativa dell’aria in ambiente ed dal tasso di umidità relativa presente nell’aria. La presenza di superfici calde comporta una sensazione di comfort ad una temperatura dell’aria inferiore, il che richiede una fornitura di calore ridotta e consente quindi un risparmio energetico. Tutto ciò può comportare un risparmio energetico quantificabile in circa 7% del totale per ogni grado in meno di temperatura dell’aria richiesta; a lungo termine è stato dimostrato che con un impianto a pannelli radianti si possono superare risparmi energetici del 25% rispetto ai tradizionali impianti a radiatori nei piccoli ambienti, per arrivare fino al 50% in locali con ampie volumetrie, dove questi impianti risultano ideali. Ma vi sono anche altri vantaggi, quali una minore circolazione delle polveri nell’aria legata e quindi una migliore qualità dell’aria interna, oltre che una riduzione dell’umidità delle strutture. Con gli impianti a pannelli radianti è possibile, aggiungendo soltanto un deumidificatore, anche raffrescare gli ambienti con lo stesso impianto con cui si provvede al riscaldamento, semplicemente facendo passare nella maglia capillare acqua fredda anziché calda.
Proteggersi dal rumore
Forse non tutti sanno che l’inquinamento acustico è dannoso per la salute quasi quanto l’esalazione di sostanze tossiche. Isolare la casa dal punto di vista acustico rende l’ambiente in cui viviamo più confortevole limitando anche i rumori nelle abitazioni dei nostri vicini. Il rumore in casa può provocare a lungo termine una serie di fenomeni come emicrania, insonnia, tensione nervosa, mancanza di concentrazione.
La causa non è soltanto l’intensità del rumore , ma anche il tempo di esposizione di chi subisce o la sistematicità con la quale si verifica può causare a rendere la nostra casa un luogo non adatto al riposo.
E’ possibile difendersi intervenendo sulle pareti, sui pavimenti e soffitti con feltri di iuta o canapa, tappetini di gomma che vanno fissati interponendo uno strato d’aria in modo da aumentare l’efficacia dell’intervento; è bene sapere però che questo tipo di interventi richiede un notevole spessore per risultare efficace ed è spesso vano nel caso di strutture in cemento armato. L’uso di doppi o tripli vetri permette di ridurre i rumori provenienti dall’esterno; essi dovrebbero essere supportati da per un impianto di ventilazione controllata che consente di avere sempre un’aria di buona qualità senza aprire le finestre. A chi ha un ampio giardino è possibile inoltre realizzare una barriera verde per isolarci dai rumori della strada.
Ridurre i consumi idrici
Bene prezioso l’acqua sta scarseggiando sempre di più e impone dunque un consumo consapevole. Nella maggior parte dei casi gli sprechi derivano da un comportamento poco consapevole da parte degli utenti, una buona parte dei quali sciupa il 50% dell’acqua con azioni banali, ad esempio mantenendo i rubinetti aperti anche in fase di insaponatura. Da questo punto di vista è importante anche un impiego “consapevole” di elettrodomestici a risparmio: un tempo le lavatrici consumavano 160 litri a lavaggio, oggi ne consumano in media 50 e si avvicinano ai 30 “suggeriti” nelle norme europee. Importante in questa ottica è anche la manutenzione degli impianti idrici, non solo facendo attenzione a mantenere in perfetta efficienza rubinetteria e tubazioni, ma anche prevenendo decalcificatori o sistemi magnetici da applicare soprattutto a lavatrici, lavastoviglie e caldaie. La predisposizione di alcuni accorgimenti tecnici, alcuni installabili in impianti già esistenti, è indipendente dal comportamento degli utenti e quindi più efficace. I rubinetti possono essere dotati di miscelatori termostatici che consentono di mantenere costante la temperatura dell’acqua sanitaria del circuito di distribuzione, una spesa che viene ammortizzata in circa due anni e che consente un risparmio per ogni lavabo di 5 circa 5 € l’anno. Dal canto loro sistemi più semplici e molto più economici applicati ai rubinetti e ai soffioni delle docce, come gli acceleratori di flusso o i frangigetto, da soli consentono un risparmio idrico fino al 50%. Più o meno la stessa quota di risparmio si ottiene utilizzando cassette WC a doppio scarico e consumo ridotto, che al posto dei normali 10-12 litri consumano 4/9 litri o 3/6 litri. In fase di progettazione l’impianto idrosanitario deve prevedere una sezione corretta per le tubazioni di adduzione, la cui lunghezza dovrebbe essere ridotta per evitare dispersioni di calore; per questo motivo è utile raggruppare i locali di servizio della casa (cucina, bagni, lavanderia) in una unica zona. Se è possibile è bene predisporre una doppia rete di adduzione, separata per acqua calda e fredda (esistono in commercio elettrodomestici a doppio ingresso per risparmiare energia nel riscaldarne l’acqua), o ancora meglio tripla se si considera anche l’impiego di acqua piovana per usi non potabili, con cui alimentare gli stessi sciacquoni dei WC, le lavatrici, rubinetti di servizio (pulizie) e gli impianti di irrigazione.
Difendersi dall’inquinamento elettromagnetico
Tv, radiosveglia, computer, forni a microonde elettrodomestici e apparecchi elettrici generano campi elettromagnetici che a, lungo andare, possono risultare nocivi per l’uomo. Approfonditi studi intrapresi negli ultimi decenni hanno permesso di mettere in luce l’ indissolubile relazione tra l’esposizione continua a certi livelli di campo elettromagnetico e il manifestarsi di numerose patologie, soprattutto disturbi al sistema nervoso, immunitario e riproduttivo, per non parlare di varie forme tumorali.
In proposito è bene ricordare che spegnendoli, (così come spegnendo la luce) non si elimina del tutto la tensione elettrica da essi derivante, nè quindi si è in totale assenza di campi elettromagnetici. Gli apparecchi elettrici, molti dei quali ad assorbimento costante, generano campi elettromagnetici che si sommano ai campi ad alta frequenza che vengono creati da agenti esterni quali ponti radio e tv, satelliti e radar militari, ma anche da comodi apparecchi domestici sempre più diffusi e apparentemente innocui, come i forni a microonde.
Per difendersi da questi effetti nocivi è consigliabile in primis non mettere tv, radiosveglia e computer in camera da letto e non appoggiare il letto contro pareti attraversate da cavi elettrici o dietro le quali vi siano tv, frigoriferi, lavatrici. E’ in ogni caso opportuno non lasciare apparecchi elettrici accessi inutilmente e soprattutto spegnere completamente quando non li si usa. Un’ora di stand by al giorno di un comptuer fanno consumare in un anno 52 Kw che valgono 10/15 € di risparmio sulla bolletta della corrente elettrica.
L’impianto elettrico può essere e concepito in modo da ridurre l’inquinamento elettromagnetico negli ambienti interni. Una distribuzione delle condutture “a stella” eviterà la formazione di circuiti chiusi ad anello e le dorsali si concentreranno nei luoghi di solo transito. Particolare attenzione sarà posta nel pensare l’impianto elettrico delle camera da letto e delle zone dove si soggiorna più a lungo. Un disgiuntore automatico posizionato nelle camere da letto eliminerà la tensione di rete quando non c’è assorbimento, cioè quando non è in funzione nessun apparecchio elettrico, in modo tale che la tensione si ripristini solo non appena venga acceso un qualsiasi apparecchio utilizzatore, permettendo di riposare in assenza di tensione elettrica nell’impianto e, quindi, in totale assenza di campo elettrico. Questo è possibile perché il disgiuntore sostituisce la tensione di rete di 220 volt con una tensione bassissima, tra i 5 e gli 11 volt, che non crea campi elettrici significativi e perciò nocivi, ma che consente di rimettere in moto immediatamente l’impianto non appena se ne presenta la necessità. Le linee che alimentano i carichi costanti passeranno lontane dalle camere da letto, e quando ciò non sarà possibile si prevederà un’idonea schermatura.
Garantire un corretto e continuo ricambio d’aria
La ventilazione comprende un insieme di operazioni volte a ricambiare l’aria all’interno di ogni edificio, in modo da mantenere corretti livelli di ossigeno e una buona qualità dell’aria negli spazi interni, in termini di purezza, temperatura e umidità. Il primo risultato visibile di una scarsa ventilazione è la comparsa di muffe e di condensa sulle murature, soprattutto nei locali di servizio in cui la concentrazione di vapore acqueo è più significativa; questo genere di inquinamento di biologico salta subito all’occhio, mentre purtroppo non è ugualmente percepibile l’elevata concentrazione di microinquinanti che spesso rendono gli ambienti confinati più inquinati dell’ambiente esterno. dovuto ad un sempre maggiore impiego di sostanze chimiche sia in edilizia che nella realizzazione di arredi, oltre che nelle operazioni di pulizia degli ambienti stessi. In più gli edifici, fin dal tempo della prima crisi energetica e maggiormente oggi con le nuove normative legate alla coibentazione, presentano aperture sempre più ermetiche per contenere le perdite di calore attraverso gli spifferi e ciò nel contempo contribuisce allo scadimento della qualità dell’aria interna . L’ideale è aprire almeno ogni due ore per cinque – dieci minuti le finestre, ma come si fa ad aprire la finestra ogni due ore quando si sta sempre più spesso fuori casa?. Un’alternativa è optare per finestre a vasistas che danno la possibilità di mantenere una minima apertura dall’alto ottenendo così un continuo ricambio d’aria ed evitando fastidiose correnti, ma così si perde buona parte del calore prodotto con elevato dispendio di energia. La soluzione migliore, consigliata soprattutto per chi opta per l’installazione di nuovi serramenti il linea con le nuove normative di risparmio energetico, è installare impianti di ventilazione , che svolgono una doppia funzione: da un lato prelevano aria dall’esterno, la purificano attraverso appositi filtri e la veicolano all’interno, dall’altro espellono aria viziata dall’abitazione. Alcuni modelli possono recuperare il calore di quest’ultima in modo da pre-riscaldare quella in ingresso per contribuire al risparmio energetico.
Sfruttare il più possibile la luce naturale e distribuire al meglio quella artificiale
In fase di ristrutturazione il progetto illuminotecnico dovrà privilegiare l’illuminazione naturale, quella ideale per i nostri occhi ed il nostro umore. In generale tra gli accorgimenti più efficaci figurano l’uso di tinte chiare per rivestimenti e tendaggi , oltre che per gli arredi, soprattutto se si tratta di locali di dimensioni contenute. Per aumentare l’effetto riflettente è bene optare per finiture traslucide, quali ad esempio lo stucco o il marmorino, mentre per abitazioni all’ultimo piano o per le mansarde si possono inserire in copertura particolari condotti riflettenti che catturano la luce dal tetto diffondendola in modo diffuso all’interno delle stanze. Riguardo alla disposizione dei punti di luce artificiale è importante valutare attentamente la loro collocazione in base alla destinazione d’uso degli ambienti e alle attività in essi svolte per ottenere un’illuminazione equilibrata, mai abbagliante oppure troppo forte o al contrario insufficiente, e naturalmente scegliere modelli che funzionano con lampade a risparmio energetico.
Privilegiare arredi ergonomici e tessuti naturali
Mobili ed i complementi d’arredo saranno tanto più comodi e alleati del benessere quanto più la loro forma sarà semplice, lineare e rispetterà la fisiologia umana. Dovranno cioè consentire di sedersi, lavarsi, sdraiarsi, lavorare, muoversi nello spazio facilmente e senza assumere posizioni scorrette o innaturali. Essi dovrebbero essere realizzati con materie prime non dannose per l’ambiente né per l’uomo durante il loro intero ciclo di vita, richiedere poca energia per essere prodotti o durante il loro funzionamento, risultare semplice da utilizzare da chiunque, ed essere effettivamente fonte di comfort per l’utente finale. E’ bene inoltre che contengano un elevato numero di informazioni circa la sua produzione, utilizzo e dismissione, in modo da essere effettivamente informati sulle sue qualità . Sono da preferire i prodotti che durano “una vita” e quelli che riassumono diverse funzioni in un unico oggetto, che in genere presentano un bilancio di energia grigia favorevole, oltre che quelli semplici, funzionali e facilmente riparabili .
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